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Consorzio Piomba-Fino: un affare di famiglia

Nel nuovo Cda nominati il figlio del sindaco di Castilenti, il fratello di un assessore di Atri e un ex componente della Giunta di Silvi. Verrocchio (Pd): “Vergognoso”

ATRI – Il figlio, il fratello e l’ex assessore. Potrebbe essere il titolo di un B-movie anni ’70 o di uno spaghetti-western. Invece è il film andato in scena al Consorzio Piomba-Fino, l’ente preposto alla gestione dei rifiuti per i Comuni di Atri, Silvi, Pineto, Montefino, Castilenti, Arsita, Castiglione Messer Raimondo e Bisenti.

I protagonisti sono i nuovi componenti del Consiglio d’amministrazione, nominati lo scorso 19 luglio dall’assemblea dei soci. Come dice il ‘titolo’ del film, i tre prescelti dai sindaci-proprietari dell’ente, a seguito di un bando pubblico (che tanto pubblico pare non essere stato), sono Pier Gianni Cilli, figlio del sindaco di Castilenti Guerino Cilli, Alessandro Italiani, fratello dell’assessore all’ambiente del Comune di Atri, Umberto, e Alessandro Valleriani, l’ex assessore-cittadino ‘inventato’ dal sindaco di Silvi, Gaetano Vallescura, e poi sacrificato in un rimpasto di Giunta.

Casuale concentrato di meritocrazia sotto lo stesso tetto familiare? Per il segretario provinciale del Pd, Robert Verrocchio, non è così: “Quello che il centrodestra è stato capace di fare per le nomine del consorzio Piomba-Fino è senza vergogna”, tuona mettendo nel mirino direttamente i primi cittadini coinvolti: “Chiediamo le dimissioni immediate dei tre sindaci di Atri, Castilenti e Silvi, autori di questa pagina vergognosa per le istituzioni”. Le perplessità del segretario dei Democratici si appuntano anche sulle procedure adottate per la pubblicazione del bando, risalente al 29 giugno. “È scandaloso che del bando non sia stata fatta alcuna pubblicità – dichiara Verrocchio – neanche da parte del consorzio, e non può che far aumentare i sospetti il fatto che ad oggi i nomi del nuovo Cda ancora non siano stati pubblicati sul sito”. Un sito che (come si può facilmente constatare) definire carente di informazioni utili è poco. Ma nemmeno i Comuni soci, sostiene Verrocchio, avrebbero dato adeguata evidenza al bando, tanto che, alla scadenza del 18 luglio, sarebbero arrivate solo sei candidature. Tra queste, come detto, sono stati scelti i tre nomi ‘familiari’.

Questi sono i metodi del centrodestra, e sono qualcosa di vergognoso – aggiunge Verrocchio – Tutto viene fatto in famiglia, oppure per sistemare un ex assessore il cui compito non era stato chiaro neanche al sindaco Vallescura il giorno in cui aveva deciso la sua nomina”. Hanno ragione poi i cittadini, osserva il segretario Pd, ad ingrossare le fila dell’antipolitica. “Tutto è stato fatto in spregio ai più elementari principi di trasparenza, e le nomine sono state fatte solo per puntellare tre amministrazioni che ormai sono agli sgoccioli e che sono completamente delegittimate agli occhi dei loro cittadini. Invece di pensare ai problemi del consorzio, il centrodestra si preoccupa di sistemare i propri familiari”.

Una procedura che, se raccoglie il biasimo da un punto di vista dell’opportunità (“il sindaco di Castilenti, controllore, che nomina suo figlio, controllato”, rileva Verrocchio), lascia molti dubbi anche da un punto di vista della legittimità. “Non venissero a dire – prosegue il leader provinciale dei Democratici, anticipando le obiezioni dei diretti interessati – che i consiglieri non percepiscono indennità, perché è ancora pendente un contenzioso aperto dal vecchio Cda che ha inoltrato un decreto ingiuntivo per ottenere il pagamento”. Per questo, oltre la condanna politica (con la richiesta di dimissioni di “questa farsa di Cda”), si aprono anche altri fronti: “Denunceremo questo caso in tutte le sedi competenti”, assicura Verrocchio, prima di concludere spostando lo sguardo dentro altri enti: “Mentre il Pd chiede di aprire alla trasparenza le società pubbliche, come abbiamo chiesto per il Ruzzo e come continueremo a fare, e mentre il sindaco di Teramo Brucchi ci accusa di populismo, ecco di cosa è capace il Pdl”.

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