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/0 Commenti/in L'altra cronaca /da RedazioneInquinamento, è sicuro l’ex Sadam?
/0 Commenti/in L'altra cronaca /da RedazioneGIULIANOVA – Stando ai documenti ufficiali, l’area dove sorgeva lo zuccherificio Sadam, a Giulianova, non risulterebbe contaminata da sostanze nocive. Ad un’attenta analisi, però, le cose potrebbero essere pericolosamente diverse. A lanciare l’allarme sono sia il Wwf di Teramo che il Comitato abruzzese per la difesa dei beni comuni, dopo che la Commissione edilizia di Giulianova, il 4 giugno scorso, ha dato il via libera alla costruzione di edifici residenziali e commerciali nel primo lotto dell’area dismessa.
In una nota, inviata al Comune, alla Provincia, alla Regione, all’Arta regionale e provinciale, le due associazioni ripercorrono la storia dei procedimenti che hanno consentito l’esclusione dell’area dall’anagrafe regionale dei siti a rischio potenziale. Leggendo il loro documento, si evince che la prassi adottata non avrebbe tenuto conto delle “Linee guida per indagini ambientali” della Regione. Inoltre, le analisi effettuate sia nel primo sottosuolo che nelle acque sotterranee, sarebbero state condotte ignorando moltissimi elementi inquinati.
LA STORIA – L’iter che si è concluso con la fuoriuscita dell’ex Sadam dall’anagrafe regionale inizia l’8 luglio 2009 su richiesta della Giulianova Skyline, la società chiamata a realizzare gli edifici residenziali e commerciali. L’esclusione si ufficializza il 26 settembre 2011 con un decreto regionale, in base al parere dell’Arta provinciale rilasciato l’8 febbraio dello stesso anno. Nel frattempo, però, entrano in vigore le Linee guida regionali che regolano la lista degli inquinanti da ricercare, l’ubicazione, le tipologie e il numero di indagini, le modalità di prelievo dei campioni e i piezometri. Le Linee guida, tuttavia, risalgono all’agosto del 2011; troppo tardi per essere adottate nel corso dell’iter, essendo il parere dell’Arta risalente a 6 mesi prima. A tal proposito, quindi, le due associazioni si chiedono se oggi, con le regole contenute nelle Linee guida, “l’Arta sarebbe pervenuta alle medesime rassicuranti conclusioni”.
LE ANALISI – Nella lunga nota vengono espressi anche dei dubbi sulle analisi effettuate, in particolare sul numero degli elementi inquinanti presi in considerazione. “Tenuto conto del tipo di lavorazioni che si sono svolte nell’ex zuccherificio per quasi un quarto di secolo – si legge – e delle sostanze che le stesse potrebbero aver rilasciato, l’elenco appare a dir poco risicato”. I sondaggi nelle acque sotterranee e primo sottosuolo risalgono all’8, 9 e 10 giugno 2010 e prevedevano rispettivamente l’individuazione di 8 e 7 analiti (eccezion fatta per una parte marginale dei terreni dove sono stati esaminati 22 parametri). Molti di meno, scrivono, rispetto a quelli individuati dall’Arpam (l’equivalente marchigiano della nostra Arta) quando fu sondata l’area dell’ex zuccherificio Eridania Sadam a Jesi. Nelle tabelle dell’Arpam, continua la nota, gli analiti erano ben 92 per le acque sotterranee e 97 per i terreni. “Dall’esame degli atti in nostro possesso – proseguono – risulta che la scelta di un set di analiti così ridotto e la successiva accettazione da parte dei tecnici Arta non siano state motivate in alcun documento istruttorio”.
Da ultimo, le due associazioni si chiedono: “Come sono stati trattati i fanghi di lavorazione (rifiuti) prodotti nel corso dei 23 anni di attività dell’ex zuccherificio?”. A loro dire, la questione risulta estremamente delicata, tanto da “indurre chiunque, soprattutto se amministratore della cosa pubblica, a riflettere sulla delicatezza del punto sollevato e a fornire una risposta sulla base di accurati riscontri documentali”.
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/0 Commenti/in L'altra cronaca /da RedazioneCon FarExpress i farmaci arrivano a casa
/0 Commenti/in L'altra cronaca /da RedazioneLo switch off spegne TvTeramo
/0 Commenti/in L'altra cronaca /da RedazioneTERAMO – TvTeramo si spegne, ma solo momentaneamente. Con il passaggio al digitale terrrestre che in questi giorni sta interessando l’Abruzzo, l’emittente di proprietà della Confartigianato teramana interromperà per qualche giorno le trasmissioni “in quanto il Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento Comunicazioni ha emanato, tardivamente, il bando per l’assegnazione delle frequenze tv non permettendo, in questo modo, ad alcune emittenti di poter ‘riaccendere’ il proprio segnale il giorno dello switch off”.
È quanto si legge in un comunicato stampa firmato dal direttore della tv (nonché presidente della Confartigianato Teramo), Luciano Di Marzio. TvTeramo ha partecipato “senza intese con altre emittenti” al bando per l’assegnazione delle frequenze, posizionandosi al 19° posto della graduatoria. “Una scelta responsabile – scrive Di Marzio – in quanto, non avendo le risorse necessarie a completare gli investimenti e a ‘riempire’ i 6 palinsesti necessari per poter mantenere la frequenza, ha preferito usufruire dell’obbligo di must carrier a cui sono soggette le emittenti aggiudicatarie delle frequenze a favore dei soggetti non utilmente collocati in graduatoria. Ciò permetterà – spiega il direttore – alla nostra emittente di trasmettere su un canale di proprietà di una delle emittenti aggiudicatarie ad un costo agevolato stabilito dal Ministero”. Bisognerà aspettare che si concluda l’iter e che a TvTeramo venga assegnato un canale: a quel punto la rete comunitaria riprenderà le trasmissioni “ampliando la nostra copertura che sarà estesa a quasi tutta la Provincia”, puntualizza Di Marzio.
La Confartigianato ha acquistato la televisione nel 2000. “Con non pochi sacrifici siamo riusciti per 12 anni a sopravvivere – prosegue il comunicato – nonostante la mancanza di risorse e senza i proventi provenienti dalla pubblicità a causa del carattere comunitario della nostra emittente. Tutto ciò è stato possibile solo grazie ad una grande volontà e l’impegno costante dei tanti collaboratori (direttori, giornalisti e aspiranti giornalisti) che per anni hanno svolto, anche gratuitamente, il proprio lavoro e cogliamo l’occasione per ringraziarli ancora una volta tutti. Come ringraziamo i tecnici che ci hanno permesso di trasmettere, tra i primi in Italia, in streaming live sul nostro sito internet”. Quando la storica emittente (sorta nel 1974) riprenderà le attività, ci saranno novità, tra cui “quella di incentivare la tv di strada dando la possibilità a tutti di esprimere in tv la propria opinione”.
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/0 Commenti/in L'altra cronaca /da RedazioneColle San Giovanni, via alla produzione di gas
/0 Commenti/in L'altra cronaca /da RedazioneATRI – Il 19 gennaio, il Ministero dello sviluppo economico ha concesso alla società Adriatica idrocarburi il diritto di coltivare idrocarburi gassosi in località Colle Sciarra. Il decreto di rilascio della concessione, denominata Colle San Giovanni, è stato pubblicato nel Buig (Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse) lo scorso 29 febbraio.
L’area in questione coinvolge sia la provincia di Teramo con 22,5 kmq, che quella di Pescara. I comuni maggiormente coinvolti sono Pineto e Atri. La concessione riguarda l’”installazione delle facilities (impianti) di trattamento per la messa in produzione del pozzo all’interno dell’area pozzo esistente; il collegamento del pozzo Colle Sciarra 1 Dir alla Centrale gas di trattamento di Pineto mediante la realizzazione di 2 condotte; l’installazione, presso la Centrale gas di Pineto, di impianti per il trattamento del gas in arrivo dall’area pozzo Colle Sciarra 1 Dir”.
Il parere del Comitato di Valutazione ambientale è arrivato, invece, lo scorso 2 agosto, quindi l’intesa della Regione in data 3 ottobre 2011. Nel documento che certifica il parere favorevole del Via si legge chiaramente che non risultano pervenute osservazioni in merito nonostante la pubblicazione dell’avviso da parte della Regione risalga al 18 gennaio 2011. Sull’istanza di ricerca Colle San Giovanni, il 22 novembre 2011 sia il Comune di Atri che di Pineto hanno dichiarato la compatibilità delle attività con il piano urbanistico dei due enti.
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