Il grande male: storia di un genocidio scomparso
GIULIANOVA – Secondo molti storici, il primo genocidio del ‘900 è avvenuto durante la grande guerra, tra il 1915 e il 1916. Oltre un milione e mezzo di armeni, mandati a morire, come scrisse qualcuno, “di tutte le morti possibili”. Uno sterminio che anticipò, per forma e gravità, quello degli ebrei e sul quale lo stesso Adolf Hitler, al fine di confortare alcuni ufficiali ancora turbati dai suoi folli progetti, ebbe profeticamente a dire: “Chi si ricorda oggi del genocidio degli Armeni?”.
Una storia dimenticata, per certi versi, ma non troppo. Una storia che, in realtà, riesce ancora oggi a far breccia nei cuori di coloro che non si arrendono al grande male e che magari, come è successo sabato scorso, scelgono di trascorrere la loro serata assistendo alla presentazione della graphic novel, Medz Yeghern (il grande male), di Paolo Cossi. Un giovane e talentuoso fumettista friulano, premiato con il Condorcet Aron dal parlamento della comunità francese del Belgio, e ospite per l’occasione del circolo virtuoso, Il Nome della Rosa a Giulianova.
FUMETTO – Il lavoro di Cossi ripercorre lo sterminio del popolo armeno attraverso l’uso intelligente di diverse fonti storiche. L’idea è quella di riportare fatti e contesti assolutamente veritieri e documentabili, costruendo, però, un filo rosso romanzatoche attraversa e tiene insieme l’intera narrazione storica. “Il mio – dice – è un tratto caricaturale, simbolico, che vuole evitare il dettaglio splatter, invitando il lettore a non cedere a distrazioni artistiche e a rimanere concentrato sulla storia raccontata. In fondo – continua –, dai murales americani, fino a Yellow Kid, il fumetto non è altro che l’effetto di una tradizione fatta di immagini volte a dare informazioni, a veicolare messaggi”.
Quindi passa a raccontare la genesi del suo lavoro sul genocidio degli Armeni. “All’inizio non sapevo nulla; è stato un mio amico che fa ricerche sul monte Ararat ad introdurmi sull’argomento, poi ho avuto la fortuna di conoscere l’autrice de La masseria delle Allodole, Antonia Arslan, che mi ha dato tanti libri e tanta documentazione da leggere. In realtà – spiega – la parte più difficile e lunga, non è quella esecutiva, del disegno, ma quella della documentazione, che nel mio caso tende a durare fin quando l’editore non alza la cornetta del telefono e ti ricorda che c’è un libro da finire…”.
PERFORMANCE – Quella che prende vita durante la presentazione dell’opera di Cossi, non è il classico profluvio di parole altisonanti, ma una reale dimostrazione del talento del friulano che, aiutato dalle note desertiche ed esotiche prodotte dalla chitarra di Danilo di Nicola, si cimenta nel disegno dal vivo di sette tavole che illustrano momenti particolari della sua opera grafica, Medz Yeghern. Dalla mano di Cossi, che scorre sicura sul grande foglio bianco, prendono forma i fucili dei turchi, il deserto assassino, l’ineluttabile destino degli armeni, così come i volti e nomi degli aguzzini, ma anche dei giusti, di quel soldato tedesco, Armin Wegner, che da solo, scattando foto e custodendo le prove, riuscì a mantenere vivo il ricordo di un genocidio che si voleva dimenticato.
Ancora oggi lo sterminio armeno rappresenta un fatto storico scomodo, e anche piuttosto rischioso da raccontare. “Per questo lavoro – racconta Cossu -, ho ricevuto un plico di 14 pagine di minacce scritte in fogli A4, in triplice copia: uno per me, uno per l’editore svizzero e uno, per l’editore italiano”. La qual cosa non scoraggia Paolo che anzi la prende con ironia ricordando la grammatica scostante ed incerta di quelle frasi minatorie, “scritte probabilmente con Google traduttore”.
Ricordiamo che sul sito del circolo, Il Nome della Rosa, è disponibile il programma della stagione 2011/2012. Vi segnaliamo, nel frattempo, l’incontro di venerdì prossimo con il prete anti-camorra di Scampia, Don Aniello Manganiello, ospite del circolo in seno al Premio Borsellino. Durante l’incontro verrà presentato il libro “Gesù è più forte della camorra”.
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